L’amante fedele di Massimo Bontempelli non è certo una novità per il mercato letterario, ma è importante la sua ripubblicazione oggi perché ci permette di cogliere, scevri da ogni attualità, la scrittura magica di uno degli scrittori più originali del ‘900 italiano.
L’amante fedele di Massimo Bontempelli
A volte capita che la storia trascini con sé i grandi di un’epoca, lasciandone però cadere alcuni per la strada, come un sacco pieno di sassi che abbia un forellino da cui scivolino alcune piccole pietre preziose. Questo è sicuramente il caso di Massimo Bontempelli, scrittore mediamente dimenticato, forse perché difficile da interpretare senza farsi influenzare dalla biografia.
Scrittore, giornalista, direttore di riviste e profondo amante delle avanguardie, Bontempelli è stato un uomo del suo tempo, non senza alcuni ribaltamenti ideologici che lo rendono oggi meno “puro” da un punto di vista politico, ma molto interessante come crogiolo di influenze e stimoli eterogenei. Gli incontri di Bontempelli sono fondamentali nella sua opera, si ritrovano tutti negli scorci aperti dalle sue strutture narrative e dalle parole scelte. L’ambiente surrealista francese, prima che italiano, è nitidamente rappresentato da una poetica leggera e sublime che dal quotidiano trascina verso il metafisico.
L’amante fedele non è certo una novità per il mercato letterario, ma è importante la sua ripubblicazione oggi perché ci permette di cogliere, scevri da ogni attualità, la scrittura magica di uno degli scrittori più originali del ‘900 italiano. Vincitore del Premio Strega nel 1953, L’amante fedele è un entusiasmante caleidoscopio di influenze letterarie e di originalità personalissima che sorprende per la qualità di scrittura e di struttura, oltre che per la capacità di “spostare” il lettore in un altro luogo. Altro luogo che non può che essere l’inconscio remoto di Bontempelli che, per una via carsica ignota, raggiunge l’inconscio di tutti in un orizzonte junghiano.
L’amante fedele è una raccolta di racconti, descrizione che potrebbe essere fuorviante per gli amanti delle opere omogenee, ma la struttura del libro, pur essendo composta da singoli racconti, è quella di un viaggio unico che si snoda attraverso alcuni punti focali che sono stop e partenza allo stesso momento.
Per avallare questa interpretazione della struttura del libro basta leggere il primo e l’ultimo racconto dell’opera, ovvero: Nitta e L’acqua. Se nel primo racconto troviamo una ragazza improvvisamente arrivata al mondo nuda e ingenua, nell’ultimo troviamo Madina, una ragazza che per sfuggire alle pressioni del mondo si rifugia in un elemento naturale, l’acqua appunto. Due fughe che ci raccontano parte del mondo di Bontempelli, in cui l’inaspettato non è un elemento destinato a durare nel tempo, bensì un’apertura verso altre realtà.
È il caso de I Pellegrini, racconto in cui l’autore si ritrova nello stesso luogo in cui vive ma in un’altra epoca e con un’altra missione da compiere, anche se sconosciuta. La descrizione del luogo da cui parte il racconto (“ero solo, vivevo con quarantadue libri e un vecchio pianoforte, in città non conoscevo nessuno”) sembra l’inizio di un esperimento magico nello stile di Jodorosky, infatti anche il proseguo segue un binario che si perde nel viaggio mistico.
Sensibilità che può diventare follia, o forse viceversa, fatto sta che ne L’Imperatrice la protagonista è una ragazza che ha di sé una percezione diversa da quella del mondo che le sta intorno, il problema è che lei è l’unica felice del suo vissuto. Situazione che si ripete con sfumature diverse ne Il segreto, dove uno sposo irresponsabile si trova dopo anni a rivivere lo stesso giorno del suo matrimonio mancato.
Un modo di raccontare l’inconscio come incubo e come salvezza quello di Bontempelli che affascina e trascina in mondo onirico, privo della logica lineare del tempo.
Ma se pensaste che L’amante fedele sia un libro di sognatori e idealisti e basta, vi sbagliereste. Il racconto che dà il titolo al libro è la perfetta presa in giro di quanti credono all’idealità dell’amore, al suo scarso collegamento con la realtà. L’amore è nel tempo, nella carne e nessuna idea può cambiare questo ordine casuale.
Leggere, e per molti scoprire, Bontempelli è un piacere che non dovete negarvi, per l’infinità di mondi che lo scrittore di origini comasche era capace di creare e per la qualità della sua penna che travalica serenamente tempo e spazio anche a distanza settant’anni.
Massimo Bontempelli – L’amante fedele – Utopia