In Chiuso per calcio di Eduardo Galeano fanno capolino tanti mondi diversi in un unico colossale universo: quello di un autore che attraverso il calcio raccontava il mondo. Un libro da avere, da amare e da rileggere ogni volta che ci rendiamo conto di quanto poco stia diventando il calcio mercificato che viviamo nell’attualità.
Chiuso per calcio di Eduardo Galeano
Che il Sud America sia imprescindibilmente legato al calcio e alla passione per questo sport è quasi pleonastico come elemento. Non è invece un lavoro da poco sottolineare come alcune delle pagine migliori della scrittura sudamericana siano state scritte negli ultimi cinquant’anni da autori legati a doppio filo al mondo del calcio.
Impossibile parlare di letteratura “sportiva” senza citare Osvaldo Soriano, voce dissidente e poetica di un’Argentina mistica e sofferente, in cui la l’ugola di Carlos Gardel si mescolava alle violenze del regime di Videla. Un’Argentina in cui si incontravano lupi mannari e partite che duravano tre giorni.
Dall’altra parte del confine, a pochi chilometri di distanza, viveva Eduardo Galeano, scrittore poliedrico e ironico che dal racconto del calcio ci ha permesso di conoscere meglio un paese complesso e articolato come l’Uruguay. Le sue pagine non hanno mai un percorso lineare, sono ricche di fiumi carsici che risalgono a fasi discontinue, permettendo di avere al lettore una visione ampia di qualunque tema dello scibile umano.
È un piacere quindi poter raccontare oggi l’uscita di un volume prezioso come Chiuso per calcio, raccolta di scritti giornalistici sul calcio e sui suoi eroi. A pubblicarlo è la casa editrice SUR, ormai faro su tutto ciò che è letteratura latina, che per questo volume si è avvalsa della consulenza di un’altra redazione già diventata realtà importante della cultura sportiva: L’Ultimo Uomo.
Come ben saprà per chi frequenta la cultura sportiva ultimouomo.com è un sito che propone articoli di approfondimento soprattutto (ma non solo) sul mondo del calcio, con analisi tecniche, statistiche e commenti agli eventi. In Chiuso per calcio troviamo infatti, oltre ad una prefazione firmata da Davide Manusia (fondatore de L’Ultimo Uomo), un divertente glossario del linguaggio di Galeano, gustoso modo per approfondire il mondo dello scrittore uruguaiano.
Tanti mondi diversi in un unico colossale universo
Nel libro troviamo il racconto di svariate edizioni della massima competizione per nazionali, ma troviamo anche il racconto di un Sud America che vive di aneliti e speranze, di umiliazioni e trionfi. Per Galeano il calcio era in particolare questo, un modo per far emergere “i figli di nessuno”, quei personaggi che in qualche modo spaccavano l’opzione pubblica, le tesi già confermate.
Inutile dire che molte pagine sono dedicate ad Diego Armando Maradona, l’uomo che più di tutti ha sollevato polemiche e innescato sfide tra il sud del mondo e l’Occidente governante (per dirla alla Barbosa). Sono pagine di sociologia quella di Galeano, in cui il racconto da del tu al lettore, mostrandogli le cose per come le vede l’autore senza troppo girarci attorno.
Ovviamente Maradona non è l’unico personaggio che compare e viene raccontato, tra gli altri Pelé, eroe a metà del Sud America, poi tanti personaggi come Garrincha, Reneé Higuita, Barbosa. Tutte figure che in qualche modo esprimono il concetto di dignità, parola molto amata da Galeano. Su tutti veleggia la figura di Omar Lorenzo Devanni, calciatore colombiano che decise di sbagliare un rigore perché a suo avviso non era da assegnare, un gesto più folle che onesto forse, ma pur sempre pittoresco.
Si affacciano in tanti nel mondo di Galeano, fanno capolino tanti mondi diversi in un unico colossale universo: quello di un autore che attraverso il calcio raccontava il mondo. Chiuso per calcio è un libro da avere, da amare e da rileggere ogni volta che ci rendiamo conto di quanto poco stia diventando il calcio mercificato che viviamo nell’attualità.
Eduardo Galeano – Chiuso per calcio – SUR
Traduzione: Fabrizio Gabrielli
A cura di: L’Ultimo Uomo