Cibulkova entra centrata in campo e si aggiudica facile il primo set. Nel secondo parziale piano piano la Schiavone calibra il suo gioco adattandolo all’avversaria ovvero facendola muovere tantissimo e a sua volta correndo altrettanto: ma per l’azzurra ciò non è mai stato un problema. Ad ogni modo, la slovacca si trova sul 5-4 a servire per il match ma è costretta a chiamare, sullo 0-15, un insidiosissimo medical time out per un fastidio al polso. Al rientro, subisce il break che rimette in vita la Schiavone. La partita sale di livello, scambi straordinari per intensità e variazioni, fino al tie break ben portato a casa dalla Schiavone al quarto set point utile.
Nel terzo set, la Schiavone patisce la brillantezza fisica dell’avversaria e soprattutto non approfitta di diverse palle per salire 2-0 confermando il break iniziale. Quindi, il nuovo cambio di marcia di Cibulkova che conquista il secondo turno.
Dominika Cibulkova 7
Brava soprattutto a rimanere concentrata in apertura di terzo set, quando l’entusiasmo della Schiavone, trascinata dal pubblico, avrebbe potuto mandarla in bambola. Invece ha desiderato ardentemente vincere questo match. Resta una mina vagante in tutti i tornei, anche qui a Roma. Potrebbe profilarsi una sfida con Sharapova al prossimo turno, due caratterini niente male per due degnissime rappresentanti della società post-sovietica.
Francesca Schiavone 7
Vorrei dare quasi il massimo dei voti per la carriera e la grinta ma mi trattengo. Perché sono convinto che la Schiavone avrebbe potuto vincere molto di più in carriera e, perché no, anche questa partita, che è emblematica. Tirata su con le unghie e con i denti, come solo lei sa fare, con una variazione di gioco da impazzire, alla fine manca in alcuni singoli punti decisivi, in apertura di terzo set, che avrebbero potuto darle quel vantaggio utile a portare a casa il match. Ad ogni modo, immensa per generosità ed intensità fisica, per quel suo rovescio a una mano e per quelle discese a rete in contro tempo che (un giorno) ci mancheranno.