uomo che lavora fuori ufficio

Lavoro agile – Vediamo di capirci qualcosa

Lavoro Agile 2017 – Questa settimana, dal 22-28 maggio, a Milano sono tutti fuori dall’ufficio! Ben 238 aziende hanno aderito, infatti, alla settimana dedicata allo smart work. La definizione di questo non meglio specificato “lavoro agile” più gettonata è che si tratta di una modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato…

… In pratica la prestazione lavorativa viene qualificata “agile” quando è eseguita in parte nei locali aziendali e in parte in altro luogo, purchè vengano definiti orario di lavoro giornaliero e settimanale ed il lavoratore può utilizzare strumenti informatici e tecnologie aziendali.  Il 10 maggio scorso, con il via libera del Senato, è stata introdotta una nuova normativa che in parte modifica la precedente e che d’ora in avanti si applicherà a tutti i rapporti di lavoro agile (o come ci piace dire all’inglese «smart working»), anche a quelli basati su patti precedenti.

La riforma introduce per la prima volta la definizione di smart working o lavoro agile: una prestazione resa in parte nella sede dell’azienda e in parte all’esterno entro i limiti dell’orario di lavoro settimanale. Gli accordi con il datore di lavoro dovranno essere fatti sempre in forma scritta. 

Il lavoratore potrà comunque chiedere di ritornare alla modalità di lavoro tradizionale in ogni momento. Il trattamento economico dovrà essere sempre assimilabile a quello dei colleghi che lavorano nei locali aziendali. Il datore di lavoro rimane obbligato a garantire l’informazione necessaria per la prevenzione dei rischi legati alla salute e alla sicurezza del lavoratore.

Le nuove regole potrebbero favorire un ripensamento dell’organizzazione del lavoro, riducendo la rilevanza di elementi tradizionali come il luogo e l’orario di esecuzione della prestazione. Inoltre la nuova disciplina potrà essere utilizzata anche per soddisfare esigenze diverse, quali la conciliazione dei tempi di vita/cura personale/lavoro…

Ciascuna azienda potrà elaborare un modello di “smart working” adatto alle proprie esigenze, che dovrà essere concretizzato mediante l’accordo individuale sottoscritto con il dipendente. Tale accordo potrà avere durata indeterminata o determinata, dovrà essere in forma scritta e dovrà disciplinare le modalità di svolgimento della prestazione, tenendo conto che la nuova normativa definisce il lavoro agile come l’attività resa senza vincoli di orario e di luogo, in parte all’interno dei locali aziendali ed in parte all’esterno.

Le parti dovranno stabilire in concreto dove e come il dipendente “agile” può lavorare, con l’unico vincolo di non superare le soglie massime di orario.

Occorre considerare che l’individuazione di tali modalità avrà un impatto anche sulla materia della sicurezza e degli infortuni sul lavori. La legge estende, infatti, la tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali in favore del lavoratore agile per i rischi connessi alla prestazione resa all’esterno dei locali aziendali e amplia la nozione di infortunio in itinere agli eventi occorsi durante il normale percorso verso il luogo di lavoro esterno, a condizione che questo luogo sia ragionevole ed, a tali fini, sarà decisiva la disciplina concordata tra le parti.

Dovranno, inoltre, essere individuati gli strumenti informatici utilizzabili dal dipendente e potrà essere riconosciuto il “diritto alla disconnessione” (periodi di non utilizzo delle strumentazioni tecnologiche).

L’accordo individuale non potrà, invece, stabilire una discriminazione retributiva del lavoratore che passa allo “smart working”. Tale clausola violerebbe il principio della parità di trattamento economico e normativo: tale trattamento non potrà essere inferiore a quello complessivamente applicato nei confronti dei lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dell’azienda.

Non è escluso ed, anzi, si ritiene che sia la soluzione più adatta, che il lavoro agile venga regolato mediante accordo collettivo, come dimostrano, infatti i numerosi accordi collettivi siglati prima dell’approvazione della Riforma.

Stiamo a vedere se le aziende si “svuotano” e le case o, perché no, i parchi si riempiono!

Su Law & Disorder

"Avvocato in gonnella" (anche se forse è meglio identificarla come avvocato in jeans & dr martins ai quali ha dovuto rinunciare perché in tribunale le guardie agli accessi, i cancellieri ed i giudici la guardavano con sospetto). Sceglie gli studi di giurisprudenza perché da bambina guardava assiduamente Perry Mason e poi, da grande, la passione si è spostata verso "Ally Mc Beal, Suits, The good wife etc..." Per EsteticaMente è un punto di vista che cerca di aiutare a capire qualcosa in più nel marasma di leggi e riforme che l'italia ci regala.

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