Giovanni Segantini torna con una mostra a Milano, e noi lo ringraziamo

Le opere di Giovanni Segantini esposte a Milano presso il Palazzo Reale. Una mostra da visitare, un percorso ricco e intenso che vale la pena affrontare. Le opere sono tante, ma non stancano, piuttosto invogliano.

Giovedì 13 novembre, dopo un leggero aperitivo a base di buon vino, mi sono dato alla cultura insieme a due amici. In particolare ho visitato una mostra, cosa che dovrei fare decisamente più spesso. Spenderò due righe per cercare di rimandarvi le mie sensazioni, ma sappiate che non sono un esperto, quindi non attendetevi nulla di tecnico o originale o particolarmente corretto.
L’esposizione, fino al 18 gennaio 2015 al Palazzo Reale di Milano, s’intitola Segantini. La mostra. Abbiamo scelto di snobbare Chagall e Van Gogh, esposti nella stessa struttura, per affrontare la strada meno battuta dal pubblico.
Il prezzo del biglietto, salvo riduzioni che si ottengono in svariati modi, è di 12 euro. I due grandi vantaggi sono: l’audioguida gratuita e il fatto che vale la pena spenderli.

Non conoscevo Giovanni Segantini se non di nome e sono contento di aver colmato la lacuna. La natura la fa da padrona, grandissime tele di paesaggi che, al di là delle metafore racchiuse, sanno colpire con forza. L’uomo fa da contorno alla natura in certi casi, in altri è protagonista ma ne è immerso. In nevicate invernali e soleggiate primaverili si muove un’umanità umile, che lavora la terra, soggiace alla fatica ma resiste, gli animali sono compagni di giornata, la montagna li guarda maestosa. Non servono tempeste o fenomeni naturali violenti, è la grandiosità stessa della natura a sbigottire, a fare l’uomo piccolo, il suo tirare avanti arrancante. Ma non per questo l’umanità rappresentata è priva di personalità, o almeno non sempre. In alcuni dipinti anzi l’uomo e la sua vita sono al centro. Per esempio, ci sono alcuni ritratti davvero notevoli, che sanno parlare di altro attraverso una presenza molto fisica dei protagonisti. Cito ad esempio un autoritratto in cui l’intensità dello sguardo è coinvolgente; un ritratto di donna il cui volto è una storia; quello della compagna appena sveglia nel letto, se ne vede solo il volto, di una sensualità carnale ma non volgare, fresca e viva nella lotta al sopore del risveglio.
Quando entrano in gioco i paesaggi la luce fa la differenza: distribuita da una mano sapientissima è parte fondamentale della tela, elemento integrante e imprescindibile delle rappresentazioni. Da non esperto ne sono rimasto molto colpito, affascinato e, in qualche occasione, incantato. In particolare, nel quadro Ave Maria a trasbordo mi ci sono perso, mai sazio dell’intimità di questa barchetta al largo, zeppa di pecore e di una coppia con figlio, immersi un una luce commovente.
Cito solo altre due opere, non perché siano le sole ad essermi rimaste impresse, ma per non dilungarmi troppo. L’ultima fatica del giorno ritrae un pastore a fine giornata lavorativa, mentre riporta indietro il gregge e un grosso fascio sulle spalle. Tutta la fatica dello sforzo, ma anche della quotidianità lavorativa, ma anche di una vita impegnata in umili armeggi: un’intensità straripante, un attimo di vita colto e una vita intera narrata.
Le due madri sono chiuse in una stalla, una donna addormentata con il proprio bimbo in braccio e una vacca con il proprio piccolo ai piedi. Qui la luce, in questo caso è quella di una lanterna, è costruzione del quadro e la scena colpisce dritta al cuore. Femmina di uomo e di animale condividono lo spazio, con atteggiamento differente verso i piccoli, ma in comunanza di vita.
Per chi, come me, apprezza non solo le tele ma anche carboncini e penne su carta, la mostra non deluderà. Io mi sono portato a casa, non fisicamente s’intende, un bacio tra due giovani vicino ad una fontana.

La consiglio, secondo me vale la pena affrontarla.

Potrebbe interessarti

Immagini tratte dal sito www.mostrasegantini.it, clicca qui per una galleria più completa

 

Felicità - 80%
Tristezza - 90%
Appagamento - 80%
Profondità - 92%
Indice metatemporale - 90%

86%

User Rating: Be the first one !

Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.